candidato al patrimonio mondiale dell'Unesco Sostenere

 

A partire dai 10 criteri definiti dall’Unesco, ogni sito candidato deve descrivere che cosa costituisce il suo Valore Universale Eccezionale. Tenuto conto della sua ricchezza naturalistica, il sito Alpi del Mediterraneo si è candidato come bene naturale secondo il criterio VIII (rilevanza geologica).

 

Criterio VIII – Le geologia, base del Valore Universale Eccezionale delle Alpi del Mediterraneo

Le cycle de Wilson

Il ciclo di Wilson. Una storia geologica complessa, alla base del Valore Universale Eccezionale.

Oggi il massiccio dell’Argentera svetta a quasi 3300 metri di quota mentre il fondale marino raggiunge 2500 metri di profondità al largo della baia di Villafranca. Su una distanza si appena 70 chilometri, ci sono quindi 6 chilometri di dislivello. La piattaforma continentale che costituisce l’interfaccia tipica tra la montagna e il mare qui lascia spazio al precipitare delle Alpi nel Mediterraneo.

 

Dal punto di vista del criterio VIII (rilevanza geologica), l’eccezionalità del sito risiede nella visibile sovrapposizione di tre importanti eventi geologici consecutivi sullo stesso territorio. Circa 400 milioni di anni di evoluzione geologica del pianeta si trovano infatti condensati nelle Alpi Marittime e Liguri.

Prima di tutto, il sito porta le tracce di due catene alpine sovrapposte: quella generata dall’orogenesi ercinica, che ha avuto luogo fra 380 e 300 milioni di anni fa e quella generata dalla più recente orogenesi alpina, che risale a 30 milioni di anni fa. Il terzo evento geologico importante è intervenuto 5 milioni di anni dopo che l’orogenesi alpina era iniziata, durante il processo di sollevamento delle Alpi: si tratta dell’apertura del Mediterraneo occidentale per effetto del movimento della placca tettonica Adriatica, che risale a 25 milioni di anni fa. Questo episodio ha provocato la frattura dell’asse della catena delle Alpi del Sud. Dove Alpi e Mediterraneo si incontrano è dunque possibile oggi osservare le tracce del taglio trasversale di una catena di collisione che si è conservata in modo del tutto eccezionale in seguito all’apertura improvvisa del bacino oceanico mediterraneo.

Le Alpi del Mediterraneo permettono quindi l’osservazione di due orogenesi (ercinica e alpina) alle quali si sovrappone il fenomeno tettonico di apertura del Mediterraneo occidentale. Il risultato è una topografica straordinaria, caratterizzata da forti contrasti altitudinali tra mare e montagne e dall’assenza di una piana litoranea. Il sito offre quindi la possibilità di osservare le testimonianze di più stadi successivi del “ciclo tettonico di Wilson” (Figura 1), caratteristica che rende lo Spazio Marittime-Mercantour un esempio eccezionalmente rappresentativo delle grandi fasi dell’evoluzione della Terra.

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Il territorio delle Alpi del Mediterraneo ospita un’evoluzione geologica unica, a forte gradiente altitudinale il cui valore eccezionale si estende su otto aree in successione.

Queste 8 aree racchiudono le caratteristiche che scandiscono la storia geologica del sito e che ne costituiscono l’originale Valore Universale Eccezionale.

 

La zona 1 - Argentera-Mercantour :

Questa zona costituisce la memoria nelle Alpi Marittime del ciclo geologico più anziano (orogenesi Ercinica, tra 400 e 290 milioni di anni fa) all’origine della più grande catena montuosa mai apparsa sulla faccia della Terra.

Quest’area estesa su 98 034 ettari corrisponde essenzialmente al Parco Europeo Alpi Marittime/Mercantour costituito da:

  • Parco naturale delle Alpi Marittime + siti Natura 2000 italiani adiacenti
  • Parc national du Mercantour di cui 62 660 ettari sono nella “zona cuore” del sito, che gode di uno statuto speciale di protezione.

 Le Parc national du Mercantour

Parco Alpi Marittime (F.Vivalda)

La zona 2 - Daluis :

La zona 2 è una riserva geologica già identificata che mostra le tracce della transizione (avvenuta tra 290 e 235 milioni di anni fa) tra il ciclo ercinico e la formazione della futura catena alpina.

Réserve naturelle régionale du Daluis (S.Larbouret)

La zona 3 - Marguareis-Toraggio :

Nella zona 3 si possono osservare rocce e strutture che descrivono la genesi delle Alpi dal fondo oceanico alla catena di collisione: è l’orogenesi alpina in senso stretto (fra 230 e 28 milioni di anni fa).

Parc du Marguareis (Photo : Paolo Bolla)

La zona 4 - Peira-Cava :

La zona 4 è il luogo dove si può leggere la cosiddetta “sequenza di Bouma” (dal nome del grande geologo olandese che l’ha identificata per primo) che costituisce la serie sedimentaria di riferimento per la definizione dei bacini sedimentari che fanno da marcatori della collisione alpina.

Peira cava

La zona 5 - Ours-Grammondo :

La zona 5 comprende le strutture tettoniche alpine riattivate e deformate all’inizio della formazione del Mediterraneo occidentale (28 milioni di anni fa).

Zone 5 Ours Grammondo

La zona 6 - Cap Ferrat-Canyon della Roya :

La zona 6 è l’area mediterranea (oceano ligure-provenzale) con le sue 3 zone tampone (Roquebrune Cap-Martin, Cap d’Ail, Villefranche) che fanno da legame terra/mare e che racchiudono gli attributi che dimostrano la lacerazione trasversale delle Alpi causata da un giovane bacino oceanico (a 28 milioni di anni fa a oggi).

Zone 6 St Jean Cap Ferrat

La zona 7 - La Grande Corniche :

La zona 7 presenta le caratteristiche che dimostrano l’inversione del margine oceanico ligure-provenzale e quindi la chiusura del Mediterraneo in risposta alla cinematica delle zolle Africana e Europea: è l’annunzio di un nuovo ciclo geodinamico.

Chemin depuis le Parc naturel départemental de la grande corniche

La zona 8 - Peille :

La zona 8 corrisponde alla faglia attiva di Peille-Laghet: è la struttura tettonica e sismica più conosciuta oggi nelle Alpi Marittime.

Zone 8 : Peille

Sostenere la candidatura

Sono favorevole alla candidatura delle Alpi del Mediterraneo per la World Heritage List dell'UNESCO